3.2.2 Turismo e flussi

Le città dovrebbero essere un sistema in grado di vendere prodotti e servizi all’esterno della propria area, così da assicurare al loro interno la giusta concentrazione di popolazione che, a sua volta, è in grado di generare la domanda di altre attività complementari come residenza, servizi alla popolazione, ecc. Questo è un paradigma fondamentale: una Città Metropolitana è una città che ha una base economica metropolitana capace di vendere i suoi servizi nel resto del mondo.

Se ci chiediamo che cosa offre Venezia la risposta più sincera è senza dubbio la sua attrattività turistica su scala mondiale. Quello del turismo è senz’ombra di dubbio un settore chiave per la Città Metropolitana di Venezia, rappresenta una delle principali economie ed è un settore che la città deve essere in grado di amministrare.

La pressione del turismo sulla città storica ha portato ad una sempre più definita composizione professionale dei pochi abitanti rimasti. Di fatto sono molti gli studi sociologici che riconoscono tra i disagi dovuti all’ “invasione” turistica, lo stravolgimento del settore commerciale dominato dalla vendita di prodotti turistici e poi “il sovraffollamento della città, l’aumento dei prezzi dei generi di consumo, l’alto prezzo delle abitazioni e i costi esorbitanti degli interventi edili, la perdita di qualsiasi identità cittadina. Tutti fattori che spingono inesorabilmente alla fuga dalla città storica”1.

Un controllo e una migliore distribuzione nel tempo e nei luoghi dei flussi turistici in città potrebbe essere una strategia utile per il miglioramento sia della qualità della vita dei residenti che per la riduzione dell’impatto sulla struttura urbanistica della città.
Il settore del turismo è parte del sistema economico e ha una funzione positiva se il contesto su cui si inserisce è vivace e forte di idee che riescano a sfruttarne appieno le possibilità. Per queste ragioni le politiche da adottare non si possono limitare alla promozione, alla comunicazione e al sostegno delle imprese, ma devono partire da una riflessione sul disegno della città che coinvolga mobilità, ambiente e tutte quelle istanze alle quali anche il turismo si riferisce e che, in una certa misura, contribuiscono a renderlo dinamico.

Oggi, invece, l’esperienza offerta ai turisti è standardizzata, tanto che i visitatori provenienti da tutto il mondo puntano allo stesso tipo di esperienza. C’è una evidente difficoltà a trasmettere alla domanda una modalità differente di fare esperienza della Città. Ci troviamo in una situazione in cui molte nuove e innovative iniziative non hanno presa sul visitatore e questo perché il turista, anche potenziale, non è in grado di riconoscerne la validità preferendo invece il più facile consumo della città con un atteggiamento insostenibile.
Il turista medio fa fatica ad interfacciarsi con il sistema culturale e mal si relaziona con il sistema artigianale e di produzione locale. Venezia vive un enorme paradosso: è la città stessa a permettere la mercificazione della propria immagine attraverso prodotti e servizi di dubbia qualità che compromettono un’offerta turistica di qualità. Nemmeno le grandi istituzioni culturali riescono a modificare tale processo: sono loro stesse a raccontarsi utilizzando il marchio Venezia ma relazionandosi poco e male con le economie cittadine. Le istituzioni culturali per competere nel mercato internazionale devono attingere a professionalità di alto livello che però, non essendo coltivate e formate in loco, sempre più raramente si trovano in città.

Quali potrebbero essere dunque le politiche da adottare per migliorare questo modello economico?

3.2.2.1 Policy di Promozione

A proposito della promozione, perché questa sia efficace e produca una buona economia, una possibilità è data dal lavoro sulla domanda molto prima che il turista entri in città e prima che questo possa essere percepito come un problema piuttosto che una risorsa. Si tratta, in questo caso, di andare ad agire sui canali che fanno scegliere come meta Venezia al potenziale turista e presentare la città attraverso il maggior numero di esperienze possibili, anche eterogenee tra loro, rapportabili alle diverse tipologie di domanda possibile. Insomma: una Città in grado di immaginare le possibili esperienze dei turisti prima che questi la raggiungano.

La Città Metropolitana, che si estende ben oltre gli stretti confini della propria Città storica, può farsi promotrice di messaggi forti che mattano in luce la propria qualità urbana ed ambientale indirizzando e controllando la proposta per tipologie diverse di fruitori. Oggi Venezia viene promossa dalla maggior parte delle guide turistiche attraverso richiami che, dall’ottocento, ricalcano, riprendono e continuano a centrare l’attenzione sempre sulle stesse questioni, sempre lo stesso filo conduttore. Si tratta perciò di intervenire sull’offerta, a partire dal messaggio di promozione, nella maniera più dinamica ed incisiva possibile, superando lo storicismo retorico e dando spunti di riflessione che valicano questa percezione consolidata. Costruire una nuova narrazione della città è il punto di forza di una simile iniziativa, così da approfondirne l’identità nel contesto metropolitano, valorizzando e puntando sulle eccellenze del territorio, orientando la Città verso una domanda turistica più evoluta e ad alto valore aggiunto.

3.2.2.2 Dal piano strategico del turismo nazionale a quello metropolitano

La Città Metropolitana di Venezia si caratterizza per due assi di interesse oltre alla Città Storica e la laguna: l’asse balneare e la Riviera del Brenta. Entrambi questi assi conducono alla scoperta del territorio metropolitano ma con esperienze molto differenti. In passato, spesso, la scelta di queste aree da parte degli escursionisti era legata ai costi contenuti che permettevano di affrontare, visitare, Venezia con tempi più lunghi e rilassati. Oggi, fortunatamente, non è più così: la Riviera del Brenta, ad esempio, tende ad attrarre un turismo di tipo europeo che ha voglia di conoscere i sapori e la cucina tipica del territorio puntando su eventi o attrazioni particolari che esulano da Venezia città storica. In ragione di ciò, la Città Metropolitana di Venezia potrebbe puntare su un modello di Hub Exploring2 che, viceversa, la città di Venezia, per sua stessa natura, non è in grado di permettere alle stesse condizioni. Per far questo, chiaramente, si dovrà continuare a lavorare sui sistemi e le modalità di collegamento, sulla loro governance attraverso un efficace sistema di trasporto interno coordinato. Anche il Piano Strategico nazionale del Turismo3, che ha un orizzonte temporale di sei anni (2017-2022), individua leve fondamentali per una migliore gestione del settore dell’innovazione tecnologica e organizzativa e della qualità dei servizi. In relazione a queste nuove prospettive che si stanno inaugurando il Piano nazionale si pone il problema e cerca delle soluzioni “sulla diversificazione dell’offerta, integrandola con quella di territori e prodotti emergenti o nuovi”4; ossia decongestionare città storiche come Venezia, Firenze, Roma a favore di territori ad essi più o meno vicini. Per far questo una possibilità potrebbe essere quella di puntare su un vero e proprio piano di gestione del turismo che coordini l’attività di vari assessorati e di alcune partecipate anche a livello locale. In quest’ottica bisognerebbe in primis dotarsi di un Piano Guida per programmare una serie di interventi che individuino in maniera dettagliata i lavori necessari e il loro cronoprogramma. Parte integrante del Piano Guida dovrebbe essere il piano finanziario in modo da individuare forme di finanziamento che dovranno necessariamente coinvolgere fondi europei e investimenti privati. Un Piano che guidi gli interventi da effettuare, ad esempio, sulle barene, sugli argini dei fiumi e su tutte quelle aree di particolare interesse ambientale che si snodano da Chioggia a San Michele al Tagliamento. In questo ambito la mobilità dolce può e deve assumere un ruolo strutturale in quanto non parliamo più di un turismo frenetico mordi e fuggi ma di un turismo che promuove la scoperta di un territorio attraverso la qualità dei suoi luoghi e, necessariamente, attraverso l’informazione.

Ricucire il territorio metropolitano, fatto di paesaggi molto differenti, e renderlo fruibile sono due obiettivi prioritari che possono dialogare assieme. Un banco di prova importante è la gronda nord della Laguna di Venezia, in particolare lungo la sua conterminazione. Una proposta interessante, che da molto tempo si discute, è collegare la gronda con adeguate piste ciclabili ai Forti del campo trincerato, al Bosco di Mestre, ai centri abitati, ai siti archeologici, collaborando con scuole e Ministeri affinché i più giovani possano crescere apprendendo la cultura dell’ambiente che li circonda. Perché questo avvenga un aiuto può essere fornito dal dialogo serrato tra mondo dell’associazionismo e le istituzioni: associazioni, centri anziani e volontari possono avere un ruolo fondamentale, sull’esempio dei contratti di fiume, coadiuvando la Città Metropolitana nella collaborazione con Consorzi e Ministero dei Beni culturali.

L’area litorale è una risorsa importante per tutto il territorio, compreso l’entroterra, non solo in termini di turismo estivo. Se organizzata sistematicamente sviluppa occasioni anche per l’attività fisica – sportiva all’aperto. Oggi anche nell’ambito del turismo balneare la differenziazione dell’offerta assume un valore fondamentale e non è più possibile continuare a puntare solo ad un pubblico generalista. Sarebbe importante, per riprendere le parole del Piano Strategico nazionale, tenere a mente la “necessità di un utilizzo sostenibile e durevole del patrimonio ambientale e culturale”5. In quest’ottica, ma è solo un esempio tra i molti possibili, troviamo il compimento della ciclo-ippovia Campalto-Jesolo, per incentivare forme di turismo eco-compatibile, per valorizzare i siti archeologici e storici, per potenziare le piste ciclabili.

Vale la pena ribadire che se venisse sviluppata maggiormente una politica di storytelling a favore delle relazioni che insistono tra Venezia città storica e l’entroterra dal punto di vista storico, culturale, ambientale si potrebbero ottenere risultanti importanti in termini di qualità del turismo. Un’Istituzione come la Città Metropolitana di Venezia potrebbe farsi carico di questo racconto che lega entroterra e laguna.

3.2.2.3 Il Marchio Venezia

Puntare su un Marchio per Venezia avrebbe potuto significare non soltanto il riconoscimento del valore di brand che la Città rappresenta per l’intero territorio metropolitano, ma anche la difesa dei prodotti locali valorizzandoli nel riconoscimento di un’identità che ne accresce il valore immateriale. Il marchio avrebbe potuto stabilire un certo livello di qualità per le attività e mestieri che più identificano Venezia nel mondo e nel territorio. Racconto e sostanza in grado di sviluppare le basi per un turismo più responsabile attraverso il quale sia i visitatori che i cittadini fossero in grado di distinguere questo straordinario valore aggiunto della Città.

Rivitalizzare il Sistema Artigianale: vuole dire puntare sull’integrazione tra turismo e artigianato, ovvero quello che offre il territorio e quello che i visitatori cercano scoprendo il territorio. Abbiamo due tipologie di turisti: una con un’elevata propensione alla spesa e solitamente più attenta a ciò che compra ed un’altra che rischia di acquistare prodotti più consumistici, meno identitari e soprattutto per nulla locali, mentre ci dovrebbero essere opportunità e -anche luoghi- per la vendita di prodotti locali capaci di intercettare le diverse fasce di consumatori. Rivitalizzare il sistema artigianale è un modo per incidere sulla base produttiva della città: promuovendo l’artigianato locale di qualità, che a Venezia è particolarissimo e unico, non solo attraverso un’adeguata comunicazione ma anche mediante sgravi fiscali sugli spazi e laboratori che potrebbero accogliere occasioni di nuove esperienze per turisti. Oltre agli ambiti artigianali più propriamente riconducibili ad un’esperienza turistica non sono da sottovalutare in termini di comunicazione e quindi di immagine della città possibili contaminazioni con il mondo più propriamente manifatturiero, attivo in ambito metropolitano, per far emergere un territorio che metta in relazione storia e presente.

Patrimonio Immateriale da raccontare: sviluppare racconti differenti per l’immaginario di Venezia. Questo è uno dei tema cardine perché il turista possa confrontarsi con la Città. L’area metropolitana è costituita da parti di territorio che rispondono a specifiche necessità produttive. Integrando le diverse realtà potremmo sviluppare un racconto ricco e accattivante.

Nel 2003, il Comune di Venezia presentò il Marchio di Venezia. Da quel momento Venezia è la prima città italiana ad affiancare allo stemma istituzionale un logo commerciale e di marketing filantropico con la finalità di sviluppare un’immagine coordinata e coerente della città sul mercato globale col fine di generare uno sviluppo economico complementare al turismo6. La comunicazione, caratterizzata dal marchio ufficiale della città, ha affiancato le più importanti manifestazioni, eventi e progetti di salvaguardia del Patrimonio culturale. Il suo utilizzo è stato concesso a soggetti terzi, pubblici e privati, in qualità di partner, e i proventi sono stati destinati al miglioramento della qualità della vita dei cittadini veneziani, rivitalizzazione socio-economica della città e alla salvaguardia del patrimonio cittadino. Dal 2003 quando è partito il marchio non ha reso quanto avrebbe potuto e da qualche anno sembra finito nel dimenticatoio.

3.2.2.4 Decongestionare Venezia

Dal confronto con gli stakeholders locali emerge che, a proposito di decongestione della Città di Venezia, un primo strumento potrebbe essere quello di agire sull’infrastruttura di accesso alla Città Storica – quindi Piazzale Roma – rafforzando tre porte: Aeroporto tramite il Terminal T2 Tessera7, Fusina e Macroisola Nord. E’ da decenni che se ne parla ma non si è veramente mai intrapresa questa strada. Questa politica inciderebbe sui flussi di turisti che spingono sull’area del Tronchetto-Piazzale Roma. Lo sviluppo di queste tre aree andrebbe, se studiate bene, ad integrare servizi e funzioni attrattive tanto per il turista quanto per il residente. Non si può, infatti, pensare di svilupparle come tradizionali hub o terminal passeggeri altrimenti si correrebbe il rischio di non veder alcuna reale modifica alla situazione attuale nel lungo periodo. Le tre porte, se ben sviluppate, potrebbero permettere non solo un facile accesso alla città ma anche una propria autonomia di servizi, funzioni e vivibilità oltre che un immediato collegamento al resto della Città Metropolitana.

Intervenire sull’idea di turismo da accreditare a Venezia: Detourism8 è un progetto del Comune di Venezia, con mappe tematiche della città, un web magazine, una newsletter, ed è su social media come Facebook, Twitter, Google +PinterestInstagram e Youtube. È una campagna sviluppata per promuovere un turismo sostenibile e lento che permetta di accedere alla storia della città, a ciò che di più caratteristico la Città offre. Detourism è uno strumento che, se efficientemente promosso nelle guide internazionali, ma anche nel sito ufficiale del Comune da dove è difficilmente raggiungibile, per non parlare dal portale VeneziaUnica, permetterebbe al visitatore di accedere alla Città con modalità diverse da quelle del mordi e fuggi.

Detourism. Turismo Sostenibile Città di Venezia è il portale turistico ufficiale di Venezia.

3.2.2.5 City Tax e City Pass

Dal marzo del 2002 il Comune di Venezia ha attivato la “ZTL turistica”, ossia i bus turistici all’interno del Comune devono munirsi di un pass oneroso per poter accedere alla Città. Chi non è in possesso della Carta Venezia paga un prezzo maggiorato per il trasporto pubblico su acqua. Dall’agosto del 2011 il Comune ha introdotto l’Imposta di soggiorno. Il gettito dell’Imposta di soggiorno è destinato a finanziare interventi in materia di turismo, interventi di manutenzione, fruizione e recupero dei beni culturali ed ambientali locali, nonché dei relativi servizi pubblici locali. Il tema è la sopravvivenza dell’inestimabile ed enorme patrimonio culturale che forma la città di Venezia e della salvaguardia ambientale della laguna tutta. I costi degli interventi di manodopera in città sono insostenibili se confrontati con i costi medi per la manutenzione della restante area metropolitana come molto alta è pure l’impronta ecologica dovuta al passaggio di milioni di turisti. Si richiedono necessarie, pertanto, nuove risorse che non possiamo più aspettarci di veder arrivare attraverso la nuova Legge Speciale. In attesa di una soluzione sistemica9, diverse sono le proposte sviluppate negli anni: dall’estendere una tassazione su tutti i prodotti che si acquistano a Venezia, alla miglior gestione dei flussi turistici come risorsa economica per la Città. La regolamentazione dei flussi pare quindi una necessità, specie se consideriamo il limite di 37.000 turisti al giorno posto dal COSES nel 1988 ed oggi di molto superato tanto che in alcune giornate arriviamo a registrate la presenza di 100.000 visitatori. Nel tentativo di governare un simile numero di turisti spesso si pensa all’introduzione di una carta servizi che preveda non solo sconti sui musei ma anche sugli esercizi commerciali e un più facile accesso alle informazioni turistiche. Stando così le cose parrebbe che l’indirizzo sia quello di definire uno strumento che superi l’imposta di soggiorno, la ZTL, il biglietto turistico puntando ad evidenziare l’offerta di servizi prenotabili in maniera conveniente. Riportiamo di seguito le quattro proposte che più stanno facendo discutere in termini di gestione del turismo di massa:

pass4venice: è un sistema che lavora sul numero dinamico di turisti che accedono a Venezia. In questo caso è il costo di accesso a diventare parametro di disincentivazione attraverso diverse tariffazioni (per data di visita, prenotazione, compresenza visitatori, tipologia di utente). Il sistema premia chi risiede in centro storico o vi lavora o ha specifiche motivazioni personali o professionali per accedere in città.

S.Marco Pass: Numero programmato per Piazza San Marco come fattore limitante per l’intera città, fino alla saturazione giornaliera della sua capacità di carico pari agli abitanti del centro storico. San Marco è di fatto la meta più visitata di Venezia e spesso anche il primo motivo di visita, e perciò intervenire con il numero chiuso a San Marco significa intervenire sull’intera città. Prenotazione/acquisto via internet presso gli intermediari di un S.Marco Pass. Accesso sempre garantito ai turisti pernottanti nel Comune, residenti e a tutte le categorie esentate.

ZTL Revolution: colpisce il turismo mordi e fuggi che paga a favore di quello pernottante sostenendo residenzialità e artigianato. Anche in questo caso si tratta di fasce di tassazione differenti a seconda del tempo di visita. Attraverso un IMOB si acquisiscono incentivi su servizi e attività oppure si applicano sovraprezzi sull’accesso in città.

ven!ceposto: carta servizi da acquistare che lavora sul calendario di periodi di visita offrendo servizi come il diritto all’acqua, ingresso libero ai servizi igienici, wi-fi free, riduzione trasporti e musei. Nei periodi di particolare criticità chi è sprovvisto della carta non può entrare in città.

A queste se ne aggiungono molte altre che mentre scriviamo sono parte di un processo di ascolto voluto dal Comune di Venezia. Sono proposte assai differenti, interventi che si muovono nell’ottica smart city e quindi legate all’uso della tecnologia e ad azioni di carattere urbanistico tese a cambiare il volto di Piazzale Roma e del Tronchetto. Bisognerà comunque attendere la fine del processo di ascolto per fare delle valutazioni complessive.

Molte hanno un filo rosso che le unisce: una carta dei servizi della Città. Questa dovrebbe raccogliere i servizi offerti dalla Città in maniera ampia, modulabile a seconda del tempo di permanenza. Quindi ben più strutturata di quella oggi acquistabile. Il tentativo è quello di offrire servizi per indirizzare le scelte del turista e per fidelizzare i turisti che pernottano: il 70% di chi pernotta è alla sua prima esperienza in città ed è tendenzialmente poco invogliato a ritornare in città dopo una prima visita.

Si può comunque fin d’ora fare una riflessione di carattere generale: tentativi strutturati e coordinati capaci di incidere sull’organizzazione dei flussi in entrata (vedi terminal d’accesso), sulla promozione del brand Venezia (vedi Marchio di Venezia), sulla gestione dei turisti in città (vedi carta servizi), per non parlare di una dimensione metropolitana del turismo veneziano, non sono mai stati attuati con determinazione. Quindi ipotizzare strategie che immaginino numeri programmati in tutta la città o in alcune zone della stessa avrebbe l’effetto di ampliare la percezione di una Venezia città museo e perciò si tratta di misure che dovrebbero essere adottate come extrema ratio.


1Andrea Zannini, « Il turismo a Venezia dal secondo dopoguerra ad oggi »Laboratoire italien [Online], 15 | 2014, Messo online il 28 ottobre 2015, consultato il 07 settembre 2016. URL : http://laboratoireitalien.revues.org/848 ; DOI : 10.4000/laboratoireitalien.848.

2 Si tratta del movimento punto-punto del turista che, individuato un luogo in cui soggiornare, raggiunge in giornata altre località limitrofe ad esso, rientrando la sera.

3 MiBACT, PST 2017-2022. Italia Paese per Viaggiatori. Piano Strategico di Sviluppo del Turismo, 2017.

4 MiBACT, PST 2017-2022. Italia Paese per Viaggiatori. Piano Strategico di Sviluppo del Turismo, 2017, p.46.

7 Il Protocollo di Intesa per l’ambito Terminal T2 Tessera, sottoscritto tra il Comune di Venezia, ENAC e SAVE in data 21 maggio 2015, è stato integralmente recepito nella documentazione del Masterplan 2021 approvato dal Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti (MIT).

8 Si veda: Detourism: Venezia come non l’avete mai vista. http://www.comune.venezia.it/archivio/67605

o ancora: http://www.veneziaunica.it/it/content/itinerari-detourism

9 Si rimanda allo scenario 5: E se Venezia sperimentasse il federalismo fiscale.