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Ciò che resta da costruire: il “diritto alla città”

AVVICINARE LA METROPOLI. LA CITTÀ DIFFUSA E IL NODO DELL’ACCESSIBILITÀ

“Il fattore di riduzione delle distanze nella vita quotidiana è ciò che fa davvero risparmiare. 20 miliardi di euro sono il risparmio in termini di energia degli spostamenti a cui si è costretti” (cfr. Leopoldo Fryerie).
Più in generale l’accessibilità sulla scala vasta del territorio (perseguita ad esempio con il progetto SFMR) consoliderebbe la geografia diffusa della Città Metropolitana di Venezia modificando la distribuzione del valore dei suoli e favorendo l’indifferenza localizzativa delle funzioni. In effetti “con un sistema di mobilità metropolitano efficiente in un’ora si è dovunque. Se è così puoi usare la città o abitarla in maniera quasi indifferente, puoi avere delle specializzazioni in alcuni posti e quindi essere un territorio più attrattivo per i servizi. Si ha un punto di vista di utilizzo dei luoghi che è di scala metropolitana anche se si abita in un paese. Non c’è un conflitto ma un sistema di reti con dei punti di eccellenza caratterizzati” (cfr. Francesco Finotto).

“Chi è stato a Tokyo, a San Paolo, a Shanghai sa che non ha più alcun senso parlare di città. Sono territori, e noi abitiamo ormai territorila cui metrica non ha piùalcun senso spaziale ma solo temporale” (Cacciari, 2004).
Agire sugli spazi della mobilità è prioritario per innescare fenomeni virtuosi di rigenerazione urbana di aree problematiche, sia dal punto di vista della mixitè funzionale, migliorando la sicurezza degli spazi, sia dal punto di vista della qualità dello spazio pubblico, che si presenta come il biglietto da visita della città nei suoi nodi più significativi.

Dal punto di vista dell’uso del suolo è poi indispensabile analizzare la quantità di spazio utilizzato dalla mobilità privata nei centri urbani (sia spazio per la sosta che per gli spostamenti); spazio che potrebbe essere drasticamente ridotto a favore della qualità delle aree da abitare e del vivere nei centri. “La questione dell’impermeabilizzazione dei suoli può essere completamente ripensata sia nell’introduzione di nuove forme di mobilità sia nella riduzione di spazi legati all’automobile, immaginando che in qualche caso si possa restituire sia alla natura che ad altre forme di uso del suolo qualche cosa che oggi è costruito ed inquinato” (cfr. Paola Viganò).

Sarà importante cercare di governare questo fenomeno sul piano locale preferendo un miglioramento delle condizioni dei centri esistenti a discapito della costruzione di nuovi insediamenti residenziali o commerciali/produttivi. Bisogna “accompagnare al sistema di investimento sulle infrastrutture anche una importante politica sugli alloggi e sui servizi” (cfr. Francesco Finotto).

PER UNA MIXITÈ FUNZIONALE, SOCIALE, GENERAZIONALE: IL RUOLO DELL’INVESTIMENTO PRIVATO

I dati evidenziano come i centri urbani della Città Metropolitana siano caratterizzati da una dinamica di invecchiamento della popolazione residente che presenta un’età media molto superiore alle periferie urbane e alla città diffusa. Questo dato evidenzia la scarsa attrattività di alcune aree urbane e la difficoltà in generale, da parte di un segmento sociale giovane, ad accedere agli alloggi dei centri storici.

Per contrastare questi fenomeni è necessario attivare politiche che ridiscutano i costi degli immobili e degli affitti anche attraverso forme innovative di finanziamento, promuovendo il recupero dei vuoti urbani sia di natura pubblica che privata. Si ipotizzano azioni che “[…] azzerino gli oneri di urbanizzazione quando si realizzano nuovi interventi all’interno di aree già urbanizzate aumentandoli invece in prossimità di aree disperse e confini agricoli” (cfr. Leopoldo Freyrie).

“Io penso che uno dei temi fondamentali sia quello di lavorare sui capannoni vuoti e sperimentare delle forme di combinazione di residenza artigianato, residenza lavoro, residenza laboratorio, residenza spazio di ricerca, residenza studio” (cfr. Stefano Boeri).

LA METROPOLI DEI CITY USERS. POLITICHE DI INCLUSIVITÀ

Un sistema inclusivo favorisce la nascita di dinamiche culturali e socio economiche positive. Perché questo avvenga il cittadino deve sentirsi parte di una comunità. “Pensare al tema dell’innovazione della creatività non solamente nel senso di ospitare chi produce creatività ma di fare diventare la creatività un elemento progettuale che ridia senso a gigantesche superfici che ora sono dismesse, proprio cercando di lavorare sulla loro incongruità” (cfr. Stefano Boeri).

I city users costituiscono una parte importante del valore e dell’economia di una città. È possibile immaginare politiche di inclusione per cui l’utente temporaneo (turista, studente, lavoratore, migrante) venga accreditato ad alcuni servizi della città allo stesso modo dei residenti. Altra strategia potrebbe consistere nell’adozione di strumenti partecipativi come i referendum per far esprimere pareri all’intera collettività che costituisce la città su argomenti che riguardano la città stessa. “Attraverso il referendum si diventa immediatamente partecipi alla vita di una comunità e ai suoi doveri che non sono solamente fiscali” (cfr. Stefano Boeri).

Possibili leve di attuazione

  • Favorire l’insediamento di attività e di residenze nei pressi dei luoghi di scambio modale;

  • prevedere utilizzi alternativi delle aree a parcheggio, quando inutilizzate, quali skate park e parchi di cintura urbana;

  • agevolare il cambio di destinazione d’uso degli edifici per aumentare la mixitè funzionale;

  • esonerare dagli oneri concessori (costo di costru- zione ed oneri di urbanizzazione) i casi in cui il progetto di riqualificazione dell’immobile articoli tipologie di alloggi con più locali che vengano destinati a studenti o ad altre categorie speciali e sensibili di utenti;

  • sostenere economicamente, a fondo perduto, gli interventi edilizi sulle parti comuni degli edifici, in seguito ad appositi bandi pubblici;

  • esonerare dal pagamento della tassa di occupazione suolo pubblico i cantieri per interventi di riqualificazione;

  • bonus fedeltà, incentivi e sconti, per l’alta frequentazione di una città con il fine di aumentare l’inclusività dei centri urbani;

  • sviluppare un piano, con individuazione delle aree, degli interventi e degli investimenti pubblico/privati.


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> Obiettivi e strategie /3: Natura e spazio costruito: la visione integrata


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GLI ALTRI CAPITOLI DI ‘USO DEL SUOLO’:

> Un compito per la Metropoli

> Consumo di suolo e patrimonio edilizio

> Qualità e crescita del patrimonio edilizio abitativo

> Le energie rinnovabili nella Città Metropolitana di Venezia

> Riqualificazione energetica: due scenari

> Conclusioni agli scenari: incentivare il recupero

> I distretti del commercio

> Diritto alla città

> Criticità

> Enunciati prospettici

> Obiettivi e strategie /1: Rigenerazione urbana

> Obiettivi e strategie /3: Natura e spazio costruito: la visione integrata